maggio 06, 2006

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Accettare la diversità come valore e come dimensione costitutiva dell’organizzazione sociale e culturale, comporta lo sviluppo di pensiero aperto, problematico e antidogmatico, capace di:
  • distinguere e differenziare ma anche di individuare i caratteri di connessione e di integrazione;
  • dominare e affrontare il conflitto derivante dall’assunzione della differenza;
  • praticare il dubbio come metodo di ricerca e accettare il rischio implicito nella disponibilità a uscire dai propri orizzonti culturali e a ristrutturare i propri modi di pensare e di sentire.

Per "pensiero aperto" si intende: pensiero capace di decentrarsi, di allontanarsi dai propri riferimenti cognitivi e valoriali, di dirigersi verso quelli di altre culture per scoprire e comprendere le differenze e le connessioni, capace, inoltre, di tornare nella propria cultura arricchito dall’esperienza del confronto e, pertanto, in grado di riconoscere e valutare con maggiore consapevolezza critica la propria specificità nei suoi aspetti di positività e negatività.

Intercultura significa:
essere disponibili a far parte di più culture senza tradire la propria, anzi arricchendola e moltiplicandone - con il contatto e il confronto, con le interferenze e i prestiti - le potenzialità evolutive e creative.
aver chiara consapevolezza dei caratteri storici e dinamici della propria e dell’altrui cultura, degli elementi di ricorrenza e di trasformazione, degli aspetti di complessità, di processualità, di interazione che collegano culture diverse, le distanziano e le differenziano ma anche le unificano e le integrano.

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