agosto 23, 2006

Solo la scuola statale laica è la scuola di tutti..

da: http://blog.virgilio.it/altrasinistra

"17 marzo 2006 - Intervista all'Onorevole Enrico Boselli (Rosa nel pugno)
"La laicità è il vero antidoto ad ogni forma di fondamentalismo e di dogmatismo"

Solo la scuola statale laica è la scuola di tutti, senza distinzioni di censo o di fede, garante della libertà degli insegnanti e delle pari opportunità per i ragazzi del nostro Paese. Perché la scuola sia democratica, occorre dare più forza alla voce degli insegnanti, per i quali siamo favorevoli ad un'area di contrattazione separata.

Onorevole Boselli, cominciamo dalla scuola pubblica e laica, cavallo di battaglia della Rosa nel Pugno. A quale scuola "pubblica" pensate, a quella della legge 62 che ha introdotto la parità tra scuole statali e paritarie private?

Noi pensiamo alla scuola statale, alla quale la Costituzione repubblicana assegna il compito e la responsabilità dell'istruzione pubblica, pur riconoscendo il diritto ai privati di istituire scuole ma "senza oneri per lo Stato". La scuola statale, nello spirito della nostra Costituzione, è la scuola di tutti, senza distinzione di censo o di fede, garante della libertà degli insegnanti e delle pari opportunità per le ragazze e i ragazzi del nostro Paese.

La vostra difesa di una scuola laica non sembra in totale sintonia con l'orientamento dell'Unione, tanto che un'autorevole esponente dei DL ha parlato del pericolo di un "fondamentalismo laicista" della "Rosa nel Pugno". Che cosa risponde a questo rilievo?

Per la verità di "veterolaicismo" ci accusò anche il ministro Berlinguer, durante l'approvazione della Legge 62, per la nostra ferma opposizione al finanziamento delle scuole private. Noi pensiamo che la laicità non è un valore ottocentesco; al contrario essa è la vera questione dei nostri giorni, che registrano l'emergere di integralismi confessionali e conflitti etici e religiosi. La laicità è il vero antidoto ad ogni forma di fondamentalismo e di dogmatismo. Essa è base e condizione ineludibile di ogni istruzione moderna, che voglia educare i giovani al pensiero critico, al confronto e al dialogo, al rispetto delle differenze e dei diversi punti di vista; che dia loro strumenti di conoscenza e di interpretazione e non verità rivelate. E' una questione di grande importanza legata al presente e al futuro che vogliamo costruire per il nostro Paese.

Tutti parlano di valorizzare i docenti. Pensate ad una valorizzazione economica (stipendi adeguati alla funzione che gli insegnanti svolgono) e/o anche ad una valorizzazione giuridica (area di contrattazione separata), anche per ottemperare alla sentenza n. 322 della Corte costituzionale?
Pensiamo ad una valorizzazione economica e giuridica che restituisca prestigio professionale e dignità sociale agli insegnanti. I docenti sono la vera risorsa per una scuola di qualità. Agli insegnanti si chiede molto e si dà molto poco. Ad ogni rinnovo di contratto si sbandierano aumenti, ma ciò che va nelle tasche dei docenti è veramente poco. Inoltre non ci convincono gli attuali meccanismi, che riguardano il conferimento delle "funzioni obiettivo", della "valutazione" e della "carriera": pensiamo che essi vadano modificati ma anche che occorre trovare il modo giusto per premiare chi si impegna di più, sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo. Non vogliamo avere né insegnanti né tantomeno scuole di serie A e di serie B, ma sollecitare in tutti i modi possibili un miglioramento generale della didattica. Ne va del nostro futuro. Riteniamo, che per una scuola veramente democratica occorra riequilibrare i poteri, dando più forza alla voce degli insegnanti che oggi rischiano di essere marginali nel governo della scuola rispetto al potere dei dirigenti e delle famiglie, anche in ordine a scelte delicate che investono la didattica e la libertà di insegnamento. Siamo apertamente favorevoli ad una area di contrattazione separata per gli insegnanti. Anzi, consideriamo un assurdo che non ci si sia ancora arrivati. Non è una forma di penalizzazione per le altre categorie della scuola, ma un riconoscimento più che giusto del carattere specifico dell'insegnamento.

E i docenti precari, sulla cui "precarietà" la scuola si regge in gran parte?

I governi che si sono succeduti negli ultimi anni hanno una responsabilità grave nel formarsi di un'area di precariato nella scuola, che è certamente fonte d'incertezza e di disagio. C'è inoltre un cambiamento continuo di normative, le più disparate e le più contraddittorie, che continuano ad alimentare un contenzioso infinito. Occorre affrontare il problema con serietà e risolverlo alla radice, graduando con pragmatismo tempi e risorse finanziarie. La stabilità, e quindi l'assunzione a tempo indeterminato dei docenti, costituisce per noi una garanzia per la libertà d'insegnamento, oltre che essere fattore di serenità nella vita della scuola.

Riforma Moratti: che cosa succederà di questa riforma, se l'Unione dovesse vincere le elezioni di aprile?

Noi della Rosa nel Pugno pensiamo che nella nuova legislatura occorre suscitare una grande mobilitazione e partecipazione attorno alla questione fondamentale dell'innalzamento della qualità della scuola statale. Più che a scelte di ingegneria scolastica siamo interessati a politiche d'investimento e valorizzazione che rendano effettivo per tutti il diritto al sapere e all'apprendimento e assicurino a tutti una moderna ed efficace formazione culturale di base, obbligatoria e gratuita fino a 16 anni. Siamo contrari a introdurre elementi di formazione professionale nei primi dieci anni di istruzione e siamo per portare tutti i giovani a completare un ciclo di istruzione dai 5 ai 18 anni.

In ultimo, il problema delle risorse economiche: dove pensate di reperire le risorse per il rilancio necessario e urgente dell'Istruzione pubblica?

Non si tratta solo di reperire nuove risorse, ma anche di spendere in modo più equo quelle esistenti. I contributi per le scuole private risultanti dallo stato di previsione del MIUR (tab.7) ammontano a centinaia di milioni di €uro per il 2006: una spesa incontrollata e insostenibile!
Noi pensiamo che è un buon principio di etica pubblica, oltrechè di rispetto del dettato costituzionale, incanalare queste risorse sulla scuola statale che è la scuola di tutti.
Noi siamo nettamente contrari al finanziamento della scuola privata, paritarie o no che siano. Non abbiamo mai votato a favore e di certo non inizieremo a farlo nella prossima legislatura.

(A cura di Renza Bertuzzi)

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